In un mondo in continua evoluzione e cambiamento, il raggiungimento di numerosi traguardi per quanto riguarda la sostenibilità è divenuto un obiettivo ad unanimità.
Un concetto che fa parte del vocabolario comune, punto di partenza e di arrivo di molte iniziative, che si sviluppano in ogni campo d’azione. Le strade per il riciclo sono divenute di primaria importanza, ma è bene fare presente, che nonostante i numeri incoraggianti, dei dati agghiaccianti sono ancora all’ordine del giorno. Sono i mozziconi di sigarette i rifiuti più scartati al mondo, rappresentando più di 766 mila tonnellate di rifiuti tossici ogni anno: un numero allarmante considerato che, se smaltiti in modo improprio, essi rilasciano microplastiche, metalli pesanti e altre sostanze dannose, nocive per la salute e per l’ambiente. A fare chiarezza è il Programma delle Nazioni Unite per l’ambiente (UNEP), che, recentemente, coadiuvato dal Segretariato della Convenzione quadro dell’Oms sul controllo del tabacco (FCTC) ha lanciato una campagna per sensibilizzare e incoraggiare il contrasto alle microplastiche contenute all’interno dei filtri delle sigarette. Che il fumo sia nocivo è decisamente appurato, che i “supporti” utilizzati dai fumatori, le sigarette, siano inquinanti è una consapevolezza che si sta facendo largo sia tra coloro che hanno a cuore le sorti dell’ambiente che tra coloro che ne abusano. Forse non è chiara a tutti, però, l’urgenza di trovare un modo di eliminare in maniera pulita questi rifiuti: quali sono i problemi principali? Come anticipato precedentemente, è necessario focalizzarsi in particolare sulle microplastiche contenute nei filtri, chiamate fibre di acetato di cellulosa. Se questi materiali non vengono smaltiti correttamente, vengono scomposti da luce solare e umidità: in questo modo non solo le microplastiche, ma anche metalli pesanti e altre sostanze nocive vengono dispersi nell’ambiente, concorrendo all’inquinamento globale.
Altri dati da tenere d’occhio riguardano i rifiuti elettronici. Secondo il Global e-waste monitor dell'Università delle Nazioni Unite, ogni anno vengono eliminati circa 50 milioni di tonnellate metriche (dato che, secondo le stime, aumenterà fino a 52,2 milioni nell’anno corrente). Questo flusso, considerato ampiamente in rapida ascesa ha degli effetti dannosi sia in termini di inquinamento, di rischi per la salute umana e per la perdita di preziose risorse finite. Ci sono diverse ragioni per questo aumento. La popolazione mondiale sta crescendo, lo sviluppo tecnologico è pressoché istantaneo e il prezzo dei prodotti IT sta scendendo, portando a una durata di vita più breve dei prodotti. I paesi sviluppati continuano a contribuire in maggior misura al problema, ma i paesi in via di sviluppo stanno rapidamente – purtroppo – recuperando terreno.
Una soluzione va sicuramente riscontrata nell’adozione di un’economia che viene definita circolare. In questa concezione, i prodotti sono progettati per essere riutilizzati per un periodo più lungo, onde evitare scarti in eccesso. Quando un prodotto ha raggiunto la fine della sua vita utile, i materiali si trasformano in risorse preziose, utilizzate per fabbricare nuovi prodotti. L'obiettivo è che non vengano prodotti rifiuti. Invece, i materiali vengono mantenuti in uso e vengono rimodellati nel tempo. Per l'industria IT, questo significa progettare prodotti che sono durevoli, aggiornabili, riparabili e riutilizzabili. Dovrebbe essere possibile smontarli e i componenti vitali devono essere sostituibili. Le istruzioni su come riparare il prodotto devono essere rese disponibili. Deve essere possibile cancellare i dati in modo sicuro, in modo che il prodotto possa essere riutilizzato da un secondo proprietario senza rischio di perdita di dati. Inoltre, l'uso di sostanze pericolose deve essere ridotto o eliminato. Altrimenti potrebbe essere difficile o impossibile riciclare i materiali quando il prodotto ha raggiunto la fine della sua vita utile. In conclusione, è consigliato utilizzare una serie di accorgimenti, in parte appena descritti, utili ad un minor spreco di materiali. Innanzitutto, bisogna utilizzare prodotti il più a lungo possibile, una cosa semplice e basilare in grado di aiutare il nostro pianeta. Il passo successivo è quello di scegliere i prodotti che sono progettati per consentire un modello più circolare e che possono vivere più vite essendo riparati, aggiornati e rimessi a nuovo. È bene anche considerare se qualcun altro potrebbe trovare il prodotto utile quando non viene più utilizzato. Ultimo, ma non per importanza, è quello di assicurarsi che il prodotto sia riciclato in modo sicuro e responsabile alla fine della sua vita utile.
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